Vagues Saxophone Quartet

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vague

DOMENICA 19 MARZO, ore 19
Chiesa di San Vito al Giambellino

Azio Corghi: Bagatelle
Luciano Berio: Lied
Nicola Sani: AchaB
NEW MADE ENSEMBLE
Paolo De Gaspari, clarinetto

Franco Donatoni: Rasch
Paolo Ugoletti: Latitudini Personali *
Paolo Coggiola: Subway Dances
Alessio Manega: Dance & Groove *
Gabriele Cosmi: Kic
VAGUES SAXOPHONE QUARTET
Andrea Mocci, sax soprano
Francesco Ronzio, sax alto
Mattia Quirico, sax tenore
Salvatore Castellano, sax baritono

Ingresso libero

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Three Subway Dances
Spesso l’eclettismo viene considerato negli ambienti istituzionali un atteggiamento superficiale nei confronti della prassi artistica, che si vorrebbe improntata a quell’unità di stile che rivela ancora un fortissimo debito con l’idealismo romantico e la sua visione assolutista.
Confortato, per contro, dalle idee sulla musica di Debussy, ho sempre creduto che l’artista contemporaneo possa umilmente essere un semplice medium con la realtà che lo circonda. In luogo di una fastidiosa e mai sopita pulsione espressionista, il compositore può tradurre suggestioni principalmente condivise, mescolare in un cocktail originale i suoni, gli stili, le forme che raggiungono le orecchie di un comune passante, ad esempio, di una stazione della metropolitana di una grande città in cui si esibiscono talvolta artisti di strada con le più diverse storie artistiche ed esistenziali. È quanto ho cercato di realizzare con i miei tre brani proposti: il primo è chiaramente la trascrizione immaginaria di un pezzo funky, con una propensione formale però che guarda più alla musica dell’età classica; il secondo è un valzer neoromantico che strizza l’occhio a diversi autori americani del secolo scorso, con il loro understatement deliziosamente snob; il terzo invece ci porta verso Est, considerando che, come musicista italiano, mai come oggi mi sento sul crocevia di mondi quanto mai distanti, con tutte le drammatiche tensioni, i paradossi che può causare una tale condizione, ma con la consapevolezza che le commistioni possono essere un mezzo di integrazione e di comprensione reciproca.
Paolo Coggiola

Dance & Groove
«Un pezzo in tre movimenti che combina musica Funk e Dance. Un pezzo ritmico per questo meraviglioso ensemble.»
«Dance&Groove si ispira ai colori e ai linguaggi contemporanei della musica Jazz-Fusion. La prima parte è una rapsodia di stili, prettamente ritmica e che fonde le linee del basso funk con i colori delle settime maggiori degli accordi, un turbinio di ritmi e di frammenti tratti dalla letteratura Fusion di oggi da Wooten agli Snarky Puppy, mescolandosi ad episodi ritmici alla Reich e al minimalismo americano per poi approdare nell’ultima parte alla Disco Funk con l’introduzione ritmica dei piedi da parte degli esecutori per dare maggiore groove.
 Il secondo movimento è una ballad che si mantiene sempre sui colori della Fusion, ma con maggiori dialoghi tra le parti e maggiore melodicità. Sono presenti anche qui sonorità e pattern ritmici tipici del linguaggio Jazz.
 Il terzo movimento si ripresenta molto ritmico e brutale, strizza l’occhio al Metal e al Djent. E’ strutturato in forma di rapsodia e alterna momenti molto granitici a momenti cantabili e minimalisti. Fortemente presenti i generi precedentemente presentati, in un altro movimento che mescola i linguaggi della musica di oggi e che rende omaggio ai grandi della musica Fusion.»
Alessio Manega

Rasch
Rasch è stato composto nel 1990 su commissione dello Steirische Herbst ed è dedicato al Rascher Quartett. Si tratta, come di consueto, di un commentario quadruplice di un frammento iniziale tratto da Soft per clarinetto basso (1987) opportunamente trasposto nell’estensione del sassofono che lo presenta per la prima volta. La forma del pezzo consiste in nove manipolazioni dello stesso materiale iniziale che ne costituisce l’esposizione nonché la prima manipolazione, progressivamente trasformate, filtrate, condensate in una situazione formale di progressiva riduzione e abbreviamento dei percorsi articolativi.
Franco Donatoni

Kic (2016)
KIC 8462852, distante 1500 anni luce dalla Terra, è una stella situata nella costellazione del Cigno. Nel settembre 2015 numerosi astronomi hanno analizzato le insolite fluttuazioni nell’emissione luminosa; le irregolari variazioni della luminosità sono compatibili con una grande massa (o un insieme di molte piccole masse) orbitante attorno a una stella in formazione compatta. Sono state proposte alcune ipotesi per spiegare l’insolito profilo di emissione della stella ma nessuna è universalmente accettata.
Le variazioni di luminosità hanno offerto lo spunto per l’organizzazione formale del brano;  medesimi materiali si ripresentano ciclicamente nell’arco della composizione ma con “luminosità” differenti. Tali strutture appaiono come oscurate in alcuni momenti per poi brillare in altri, mostrandosi costantemente in modi molteplici.  
Gabriele Cosmi

Latitudini Personali
Le latitudini personali alle quali fa riferimento il titolo sono quelle alle quali si affida la piccola barca del compositore che volutamente ignaro delle mappe ufficiali si affida ad una geografia della memoria e del piacere nella quale luoghi apparentemente lontani come la ripetitività motivica della musica minimal è avvicinata al fraseggio jazzistico e alla costruzione rigorosa di un quartetto classico. Il compositore si diverte con poco, poche armonie, pochi ritmi, pochi incisi melodici poiché questo è il gioco: riuscire a costituire un oggetto musicale solido e dalla forma chiara e articolata attraverso l’impiego di pochi elementi.
Paolo Ugoletti