
SABATO 18 MARZO, ore 19
Teatro Bruno Munari
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Azio Corghi: Tang’ Jok (Him)
Umberto Pedraglio: Come un comico
NEW MADE ENSEMBLE
Andrea Stringhetti, violoncello
Ennio Morricone: Blitz
Matteo D’Amico: Quis dabit capiti meo aquam
Vittorio Fellegara: Imaginary Nocturne
Ada Gentile: Sax Quartet
QUARTETTO DI SASSOFONI ACCADEMIA
Gaetano Di Bacco, sax soprano
Enzo Filippetti, sax contralto
Giuseppe Berardini, sax tenore
Fabrizio Paoletti, sax baritono
Ingresso con biglietto (euro 5,00)
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Vittorio Fellegara, Nocturnal Landscape.
Ha studiato con Luciano Chailly e si è diplomato al Conservatorio “G. Verdi” di Milano dopo aver seguito i corsi universitari di Matematica e Fisica. Segretario dell’Accademia Filarmonica Romana (1956-59) e della Società Italiana di Musica Contemporanea dal 1960. Partito negli anni ’50 da una visione costruttiva che integrava il polifonismo hindemithiano con il metodo dodecafonico (Concerto per orchestra, 1952; Ottetto, 1953; Sinfonia, 1957), si è poi orientato verso un linguaggio improntato al cromatismo integrale dell’avanguardia darmastatiana (ha frequentato i “Ferienkurse” 1955 e 1956), trattando tematiche di attualità sociale e civile, non disgiunta da una costante dimensione lirica (Requiem di Madrid per coro e orch., 1958 premio SIMC 1959; Dies Irae per coro e strumenti, 1959; Mutazioni, balletto, Teatro alla Scala 1965, ecc.) Ha in seguito adottato un più intimo e raccolto lirismo in lavori come Epitaphe per due voci e strumenti, 1964; Chanson per soprano e orchestra, 1974; evidenziando in altre composizioni un alleggerimento della trama sonora e il gusto per un ordito raffinato e prezioso (Omaggio a Bach per pianoforte, 1975; Studi per orchestra, 1978; Trauermusik per archi, 1981; Metamorfosi per pianoforte a quattro mani, 1989), anche nell’ambito di struttura assai complesse (Shakespearian Sonnet per coro misto, 1985). In tempi recenti le sue opere, prevalentemente cameristiche, sono caratterizzate da una vena compositiva più intimamente raccolta, (Wintermusic per trio, 1983; Herbstmusik per quartetto d’archi , 1986; Primo Vere per quartetto d’archi e pianoforte, 1987; Stille Nacht per organo e nove strumenti a fiato, 1991; Winterzeit per quattro chitarre, 1993). Imaginary Nocturne (prima esecuzione assoluta a Salisburgo, Mozarteum, nell’ambito del 19° Aspekte Salzburg Festival, dedicato al Quartetto di Sassofoni Accademia), è un titolo che vuole essere metaforico e allusivo a interni processi elaborativi, senza riferimenti naturalistici, anche se l’inquietante immagine notturna di una grande città americana non risulta estranea al continuo mutare delle situazioni musicali, alla ininterrotta mobilità dei suoni e al sottile gioco di varianti espressive.” Suggestioni “notturne”, appunto, anche se immaginarie.
Ada Gentile, Sax Quartet.
Prima esecuzione assoluta il 27 maggio1995 a Salisburgo, Mozarteum nell’ambito del 19° Aspekte Salzburg Festival dedicato al Quartetto di Sassofoni Accademia. Ada Gentile si è diplomata prima in pianoforte poi in composizione presso il Conservatorio di S. Cecilia con Irma Ravinale. Negli anni 75/76 ha poi seguito il Corso di perfezionamento tenuto da Goffredo Petrassi. Si è affermata in vari concorsi internazionali di composizione (“Gaudeamus” di Amsterdam nel 1982, I.S.C.M. di Budapest 1986, I.S.C.M. di Essen 1994); le sue opere sono state eseguite in tutta Europa, in USA, in Giappone, in Australia ed in sedi prestigiose come il Centre Pompidou e l’IRCAM di Parigi, il Teatro Reale di Madrid, il Metropolitan e la Carnegie Hall di New York, l’Art Institute di Chicago, il Mozarteum di Salisburgo, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Il Teatro La Fenice di Venezia, l’Accademia Filarmonica Romana e l’Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma. E’ stata invitata ai più importanti festival di musica contemporanea: Salisburgo, Budapest, Varsavia, Cracovia, Madrid, Alicante, Barcellona, Buddersfield, Praga, Aarhaus, Wurzburg, ecc…E’ docente di composizione presso il Conservatorio di Santa Cecilia. Le sue opere sono incise su Cd della Edi-Pan, della BMG Ariola, dalla canadese UNMUS e dalla Ricordi. Sax Quartet. E’ una breve e delicata composizione in cui trasparenza sonora e suggestione timbrica si uniscono in un tessuto filigranato. La scrittura si concentra sull’elemento figurale (l’uso continuo di uno stile ornato) creando così una tensione all’interno del piano linguistico, tensione accentuata dalla presenza costante di figurazioni non misurabili.
Ennio Morricone, Blitz.
Tre piccoli pezzi per quartetto di sassofoni. Prima esecuzione assoluta il 27 maggio 1995 a Salisburgo, Mozarteum nell’ambito del 19° Aspekte Salzburg Festival. Dedicato al Quartetto di Sassofoni Accademia. Ennio Morricone è nato a Roma nel quartiere di Trastevere il 10 novembre 1928. Ha compiuto gli studi di composizione con Goffredo Petrassi (1954) al Conservatorio di Santa Cecilia , dove si era già diplomato in tromba (1946) e Strumentazione per Banda (1952). Morricone è senza dubbio il compositore italiano del nostro secolo che possa vantare le esperienze più differenziate al proprio attivo. Ha scritto, infatti, musiche di scena per il teatro di posa e rivista, per la radio e per la televisione. Nel contesto della nascente industria discografica ha portato la figura dell’arrangiatore a livelli qualitativi fino a quel momento impensabili, contribuendo in modo determinante (a detta di molti specialisti) al successo di molti cantautori. Ha debuttato nel cinema nel ’61 con “Il federale” di Luciano Salce (ma aveva già contribuito a colonne sonore firmate da altri), legando presto il proprio nome, pur all’interno di una produzione vastissima, sia ad alcuni significativi sodalizi artistici (basti pensare a quelli con Sergio Leone dal ’64, Petri, Pontecorvo, Bolognini, Pasolini, Montaldo, Patroni Griffi, Tornatore ecc…) sia a prestigiose collaborazioni internazionali tra le quali quelle con Polansky, De Palma, Joffré, Lautner, Carpenter, Molinaro ecc… Parallelamente a una produzione così cospicua e ad eccezione di una fase critica negli anni settanta, Morricone ha cercato di avere un rapporto quasi sempre costante con la musica “colta” (all’inizio secondo un principio di separazione netta dalle restanti esperienze, poi attraverso un impercettibile moto convergente in cui prevale la ricerca di un complesso linguaggio di sintesi) che già dagli anni settanta lo aveva visto sperimentatore tra i più attivi all’interno del Gruppo di Improvvisazione di Nuova Consonanaza. Grazie a un decisivo incremento avvenuto negli ultimi dieci anni, Morricone ha oggi in catalogo ben oltre cinquanta composizioni. Fra di esse occorrerà ricordare l’ampia e differenziata serie di pezzi cameristici per strumento solista (chitarra, pianoforte, clavicembalo, viola e nastro magnetico, flauto e nastro magnetico, violoncello, contrabbasso) o per formazioni diverse (trii, quartetti, quintetti, sestetti, pianoforte e strumenti, voce e strumenti, coro ecc); la cantata Frammenti di Eros (1985) e la Cantata per l’Europa (1988); i quattro Concerti (1957 – 1995), le musiche per i balletti Requiem per un Destino (1966) e Gestazione (1980). Molte tra queste composizioni sono edite e godono di una ripetuta presenza nei circuiti della programmazione concertistica internazionale. Blitz nasce dalla richiesta fattami dal quartetto di Sassofoni Accademia. Blitz per uno scacchista (ed io lo sono) è il gioco lampo, veloce, fulminante. Da questo il titolo e la brevità dei tre pezzi di cui è composto. La prima sezione di una partita di scacchi è “l’apertura” in cui tutto o quasi tutto è teorizzato. Per questo il primo pezzo è composto con un contrappunto un po’ accademico, (non a caso il quartetto si definisce “Accademia”). La seconda sezione di una partita a scacchi è il “medio gioco” dove i giocatori sono abbandonati dalla teoria e sono costretti alle maggiori, più lunghe e intense riflessioni. E’ per questa ragione che il secondo pezzo non ha fisicamente un dinamismo (come il primo e il terzo) ma ne acquista un altro , apparentemente sottinteso e immobile, nascosto, clandestino, ma sicuramente ansioso. La terza parte della partita (il finale) è quella dove il gioco si conclude. E’ il momento più drammatico e intenso, è la resa dei conti di tutte le “misteriose” manovre del “medio gioco”. I giocatori pressati dal poco tempo a disposizione (una partita di “Blitz” non dura più di dieci minuti)ma spesso dura meno)danno il massimo per conseguire la vittoria. Così è la terza parte del pezzo che va eseguita il più veloce possibile e con tutta la drammaticità implicita nella scrittura. Il pezzo è dedicato ad Alvise Zichichi (grande scacchista e amico) e al Quartetto Accademia.
MATTEO D’AMICO – Quis Dabit Capiti Meo Aquam
Ha iniziato lo studio della composizione sotto la guida di Barbara Giuranna, e lo ha proseguito presso il Conservatorio “S. Cecilia” con i maestri Luigi Andrea Gigante, Guido Turchi e Irma Ravinale, diplomandosi in Composizione e Musica corale. Dal 1981 al 1983 è stato allievo di Franco Donatoni a Siena e a Roma, conseguendo il diploma di merito dell’Accademia Chigiana e il diploma di perfezionamento dell’Accademia di S. Cecilia. Nel 1984 si è laureato in lettere.
Formatosi in un ambiente musicale, come quello romano, fortemente influenzato dalla figura e dall’opera di Goffredo Petrassi, e passato poi attraverso l’esperienza della scuola donatoniana, D’Amico è stato fin dai suoi esordi naturalmente portato a considerare con maggior attenzione gli aspetti razionali e discorsivi della ricerca compositiva, condensandoli in una scrittura agile, vivace e ricca di contrasti ritmici e timbrici.
Nel corso del 1985 ha vinto il primo premio nei concorsi internazionali di composizione
“Martin Codax” (Vigo, Spagna), “Valentino Bucchi” (Roma), “MC2-Radio France” (Avignone). Negli anni successivi, molti suoi lavori cameristici e sinfonici sono stati eseguiti in Italia e all’estero, in particolare dalle orchestre della Radio Italiana (Roma, Torino e Napoli), Olandese (Radio Chamber Orchestra e Radio Philharmonic Orchestra) e Francese (Nouvelle Orch. Philarmonique) e dalle più importanti orchestre regionali italiane, partecipando a numerose rassegne e festival di musica contemporanea, tra i quali “Opera prima” (’82), “Festival Internazionale Pontino” (’83 e ’86), “International Gaudeamus Musikweek” (’84 e ’86), “Nuova Consonanza” (’84 e ’87), “Musica nel nostro tempo” (’89), “MIDEM” (’89), “Romaeuropa” (’86 e ’92), “Festival Internazionale di Alicante” (’86), ecc.
Nel 1988, la composizione de L’Azur (primo premio assoluto nel “Music Today Contest ’89” di Tokyo, eseguito poi con grande successo a Roma, Torino, Praga e Atene) ha segnato l’inizio di un rapporto privilegiato con l’opera poetica di Mallarmé, che ha prodotto in seguito altri frutti, tra i quali Sonnets et rondels, eseguito nella stagione dell’orchestra RAI di Roma e in quella del Teatro Massimo di Palermo. In questi, ed in altri lavori dello stesso periodo, D’Amico ha accresciuto le sue esperienze nel campo della scrittura vocale contemporanea, alla ricerca di una personale cifra stilistica che sfuggisse al pericolo dell’omologazione nella koiné linguistica dell’avanguardia musicale.
A partire dal 1990, l’attività di D’Amico si è concentrata sempre più sul rapporto tra musica, poesia, teatro e danza. Il debutto in campo operistico è avvenuto al Cantiere di Montepulciano con Gli spiriti dell’aria su libretto di Mauro Conti tratto da Scarpetta, cui hanno fatto seguito la cantata scenica Angelus novus, omaggio a Lorenzo il Magnifico, presentata nel ’92 al Teatro Olimpico per la stagione dell’Accademia Filarmonica Romana, e il “Mito in forma di musica” La torcia e il melograno – rivisitazione in chiave ecologica della vicenda di Demetra e Persefone – eseguito nel ’94 a Palermo, nel quadro delle manifestazioni dedicate dal Teatro Massimo alla produzione contemporanea. Nel 1993 ha composto per il Teatro Filarmonico di Verona il balletto Mascherata veneziana, come omaggio a Goldoni e Galuppi, per la coreografia di Fabrizio Monteverde. Nel 1994 ha scritto, su commissione del Teatro Comunale di Firenze, il balletto La Ronde tratto da Schnitzler, per la coreografia di Evgheni Polyakov.
Un’attenzione particolare è stata rivolta da D’Amico al settore della musica sacra, con la composizione di due mottetti per soprano e archi e di un Sanctus per soli e orchestra, che è parte integrante del Requiem per le vittime della mafia, opera collettiva realizzata nel 1993 insieme con altri sei compositori italiani.
Dal 1984 è attivo come autore di musiche di scena per il teatro di prosa, dove ha collaborato con alcuni fra i più importanti registi italiani: Squarzina, Costa, Cobelli, Monicelli, ecc.
Fra i suoi lavori ci sono anche due orchestrazioni di brani di Leonard Bernstein: La Bonne Cuisine (4 Canzoni per voce e pianoforte) e I Hate Music (5 Canzoni di bambino per soprano e pianoforte), eseguite nell’agosto del 1993 dall’orchestra de I Pomeriggi Musicali.
È titolare della cattedra di Composizione presso il Conservatorio “A. Casella” de L’Aquila.
Ha pubblicato i saggi:
La domanda, l’offerta, gli equilibri, e altro in “1985 – la musica”, mensile di musica contemporanea, Anno I, n. 8, Edipan, Roma ottobre 1985
Quale immagine per il molteplice? in “Musica/Realtà”, quadrimestrale n. 36, Edizioni Unicopli, Milano dicembre 1991.